Italiano

Il dott. Giuseppe Barbaro è dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e in cardiologia. È il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso un importante ospedale di Roma. Barbaro è stato intervistato da Il Giornale d'Italia per parlare della recente decisione dell'Oms di dichiarare l'emergenza sanitaria globale in relazione al vaiolo delle scimmie, e sul relativo allarmismo. Dottore, ha senso dichiarare emergenza per questo numero esiguo di casi? "Assolutamente no, sia in termini epidemiologici che clinici poiché casi diagnosticati come vaiolo delle scimmie (mpox) necessitano di un’accurata diagnosi differenziale con altre patologie (v.allegato schema di valutazione clinica). In particolare, l’mpox va differenziato con l’infezione da varicella zoster (VZV), la cui incidenza è significativamente incrementata dopo l’introduzione dei profarmaci genici anti Covid-19. Nella maggior parte dei soggetti vaccinati, è possibile rilevare mediante il pannello MIT (fenotipizzazione delle sottopopolazioni linfocitarie) una immunodepressione (specialmente a carico di alcune sottopolazioni cellulari) con riattivazione di infezioni erpetiche, incluso il VZV. La espressione clinica del VZV e dell’mpox è molto simile e una sierologia specifica per VZV (con incremento significativo delle IgG specifiche) insieme con una corretta diagnosi differenziale con l’mpox la cui diagnosi specifica richiede la identicazione, mediante PCR del DNA specifico del poxvirus e tale metodica non è disponibile nella maggior parte degli ospedali (ad eccezione di quelli ad alta specializzazione per le malattie infettive). L’associazione tra VZV e vaccinazione a mRNA contro il Covid-19 è stata dimostrata con la identificazione della spike vaccinale, mediante esame immunoistochinico, all’interno delle vescicole erpetiche (v. Yamamoto et al. ,J.Cutan Immunol Allergy, 2022) ed era be nota, anche prima della pandemia, la possibile riattivazione di infezioni erpetiche successiva a vaccinazione (v.Kost et al,NEJM 1996) Vi è da aggiungere che mpox è endemico in alcuni paesi africani (es.Congo), interessa particolari categorie di soggetti a rischio (sex workers) e, indipendentemente dalla vaccinazione, l’infezione è favorita dalla vulnerabilità immunologica associata alla denutrizione/malnutrizione. In tali contesti epidemiologici, VZV e mpox sono spesso associati (v.McNeil et al, CID,2009) e vi è un’associazione con l’HIV-1 fino al 60% dei casi (v.Bhunu et al, Appl.Math.Comput, 2012). Il vaiolo delle scimmie è trasmissibile solo per via sessuale o ci sono altri modi? Se no, che senso ha allarmare la popolazione? "La trasmissione si verifica essenzialmente per contatto diretto con scambio di fluidi corporei, come si verifica mediante un rapporto sessuale non protetto. Infatti, nei paesi africani dove l’mpox è endemico, la prevalenza di tale infezione è maggiore in soggetti più esposti al rischio di infezione (sex workers dediti a rapporti sessuali promiscui non protetti)". Cosa è cambiato rispetto al 2022 quando lei diceva queste cose? "Il video risale al luglio del 2022, in occasione di una giornata commemorativa a Luc Montagnier organizzata al Senato dal sen. Paragone. In tale occasione, facevo riferimento alla mia esperienza clinica personale riferita ad un paziente HIV-positivo che aveva ricevuto tre dosi di profarmacogenico, in seguito alle quali aveva presentato un peggioramento del suo status immunologico (con depressione del rapporto CD4/CD8 e NK) e riattivazione delle IgG specifiche per VZV di quasi 20 volte rispetto al cut-off di positività. La positiva risposta all’aciclovir ad alto dosaggio ha permesso di formulare la diagnosi ex-adiuvantibus. In quello stesso periodo, avevo avuto modo di confrontarmi con colleghi di altre istituzioni ospedaliere che hanno confermato, in base alla esperienza, la mia visione clinica. Da allora, purtroppo, abbiamo assistito, con il ripetersi delle dosi di richiamo del profarmaco genico, ad una progressiva compromissione del sistema immunitario, sia della componente cellulare che umorale (VAIDS o sindrome da immunodeficienza acquisita associata alla vaccinazione) ed a un progressivo incremento dei casi di VZV (le cui manifestazioni cliniche spesso si sommano a quelle indotte dalla neuropatia delle piccole fibre, presente in quasi il 40% dei soggetti vaccinati), la cui incidenza è ampiamente sottostimata in farmacovigilanza passiva, anche perché non correttamente interpretata dalla classe medica che tende a non correlare tali manifestazioni sia al profarmaco genico, che alle alterazioni del sistema immunologico associate al profarmaco, essendo restii alla prescrizione di indagini specifiche (pannello MIT, sierologia per herpesvirus, pannello autoanticorpale, dosaggio delle immunoglobuline, incluse le IgG4)".

Spagnolo

La Dra. Giuseppe Barbaro es director médico de un hospital especializado en medicina interna y cardiología. Es Jefe del Servicio de Cardiología y Ecocardiografía de un importante hospital de Roma. Barbaro fue entrevistado por Il Giornale d'Italia para hablar sobre la reciente decisión de la OMS de declarar una emergencia sanitaria mundial en relación con la viruela simica y el alarmismo relacionado. Doctor, ¿tiene sentido declarar emergencia por este pequeño número de casos? "Absolutamente no, tanto en términos epidemiológicos como clínicos ya que los casos diagnosticados como viruela simica (mpox) requieren de un preciso diagnóstico diferencial con otras patologías (ver esquema de evaluación clínica adjunto). En particular, la mpox debe diferenciarse de la infección por varicela zoster (VZV), cuya incidencia ha aumentado significativamente tras la introducción de profármacos del gen anti-Covid-19. En la mayoría de los sujetos vacunados, la inmunosupresión se puede detectar mediante el panel MIT (fenotipado de subpoblaciones de linfocitos que afecta especialmente a algunas subpoblaciones celulares) con reactivación de. Infecciones herpéticas, incluido VZV.La expresión clínica de VZV y mpox es muy similar y se requiere una serología específica para VZV (con aumento significativo de IgG específica) junto a un correcto diagnóstico diferencial con mpox cuyo diagnóstico específico requiere la identificación, mediante PCR del ADN específico del poxvirus y este El método no está disponible en la mayoría de los hospitales (a excepción de los altamente especializados en enfermedades infecciosas). La asociación entre VZV y la vacunación con ARNm contra Covid-19 se ha demostrado con la identificación del pico de la vacuna, mediante examen con inmunohistocinas, en el interior de las vesículas herpéticas (ver Yamamoto et al., J.Cutan Immunol Allergy, 2022) y la posible reactivación de Las infecciones herpéticas tras la vacunación eran bien conocidas, incluso antes de la pandemia (ver Kost et al, NEJM 1996). Cabe agregar que la mpox es endémica en algunos países africanos (por ejemplo, el Congo) y afecta a categorías particulares de sujetos en riesgo (trabajadores sexuales). y, independientemente de la vacunación, la infección se ve favorecida por la vulnerabilidad inmunológica asociada a la desnutrición/desnutrición. En tales contextos epidemiológicos, el VZV y la mpox suelen estar asociados (ver McNeil et al, CID, 2009) y existe una asociación con el VIH-1 en hasta el 60% de los casos (ver Bhunu et al, Appl.Math.Comput, 2012 ).¿La viruela del simio sólo se transmite sexualmente o existen otras formas? Si no, ¿qué sentido tiene alarmar a la población? "La transmisión se produce esencialmente por contacto directo con el intercambio de fluidos corporales, como ocurre a través de relaciones sexuales sin protección. De hecho, en los países africanos donde la mpox es endémica, la prevalencia de esta infección es mayor en sujetos más expuestos al riesgo de infección (trabajadores sexuales tenido relaciones sexuales promiscuas sin protección)". ¿Qué ha cambiado respecto a 2022 cuando dijiste estas cosas? "El vídeo se remonta a julio de 2022, con motivo de una jornada conmemorativa de Luc Montagnier organizada en el Senado por el senador Paragone. En aquella ocasión, me refería a mi experiencia clínica personal en relación con un paciente VIH positivo que había recibido tres dosis de profarmacógeno, tras lo cual presentó un empeoramiento de su estado inmunológico (con depresión de la relación CD4/CD8 y NK) y reactivación de IgG específica de VZV de casi 20 veces respecto al corte de positividad de la respuesta positiva al aciclovir. en dosis alta permitió formular el diagnóstico ex adyuvante. En ese mismo período tuve la oportunidad de reunirme con colegas de otras instituciones hospitalarias que confirmaron, con base en la experiencia, mi visión clínica.Desde entonces, lamentablemente, con la repetición de dosis de refuerzo del profármaco genético, hemos asistido a un deterioro progresivo del sistema inmunológico, tanto del componente celular como humoral (SIDAV o síndrome de inmunodeficiencia adquirida asociado a la vacunación) y a un aumento progresivo de los casos. del VZV (cuyas manifestaciones clínicas se suman a menudo a las inducidas por la neuropatía de fibras pequeñas, presente en casi el 40% de los vacunados), cuya incidencia está muy subestimada en la farmacovigilancia pasiva, también porque no es correctamente interpretada por la profesión médica que tiende a "no correlacionar estas manifestaciones tanto con el gen del profármaco como con las alteraciones del sistema inmunológico asociado al profármaco, siendo reacios a prescribir investigaciones específicas (panel MIT, serología de herpesvirus, panel de autoanticuerpos, dosificación de inmunoglobulinas, incluida la IgG4)".

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