Regno Unito, "rastrellamenti della polizia a casa di centinaia di cittadini britannici per i loro messaggi su X", il post denuncia da 70mln di views “Dovremmo essere nel 2024 e non nel 1984”, ha commentato una giornalista dalla quale è andata la Polizia per un post di un anno fa, riferendosi al celebre romanzo di Orwell sulla sorveglianza di stato di Redazione 15 Novembre 2024 Regni Unito, "rastrellamenti della polizia a casa di centinaia di cittadini britannici per i loro messaggi su X", il post denuncia da 70mln di views Polizia (Pixabay) "Centinaia di cittadini britannici, compresi giornalisti, riferiscono di essere stati visitati dalla polizia questo fine settimana in merito ai post X". Così un utente su X denunciando presunti rastrellamenti a casa delle persone nel Regno Unito per tweet da loro scritti anche mesi e mesi prima. Il post ha ottenuto oltre 70 milioni di visualizzazioni in poche ore e si aggiunge ai racconti fatti da diversi cittadini. Proprio poche ore fa, la giornalista del Telegraph, Allison Pearson, ha rivelato che domenica mattina alle sei si è trovata sulla soglia di casa, quando era ancora in vestaglia e pantofole, due agenti di polizia. Loro si erano recati da lei per presunto incitamento all’odio razziale legato a un post pubblicato su X un anno prima. La donna ha raccontato che gli agenti, interpellati sul contenuto specifico del post incriminato, avrebbero dichiarato di non essere autorizzati a rivelarlo. Inoltre hanno riferito che esisteva una “vittima”, ma anche in questo caso si sarebbero rifiutati di fornire dettagli sull’identità dell’accusatore. Il caso Pearson si inserisce in un contesto più ampio di crescente controllo della libertà d’espressione nel Regno Unito. L’ex ministro dell’Interno Suella Braverman aveva tentato di arginare questo fenomeno alzando la soglia per la registrazione degli “incidenti di odio non criminali” da parte della polizia, proprio per tutelare la libertà di parola. Tuttavia, l’attuale ministro Yvette Cooper sta valutando di invertire queste modifiche, ripristinando un sistema più restrittivo. Gli effetti di questo cambio di rota si starebbero già verificando: la polizia farebbe continue perquisizioni e sequestrerebbe il cellulare a persone normali. Molti cittadini criticano non solo questa ingerenza parlando di "rallestramenti", ma anche il fatto che la polizia si occuperebbe più di queste cose anziché dei crimini violenti. Alcuni fanno sapere che la polizia dell’Essex, responsabile dell’indagine sulla Pearson, ha risolto solo il 14,3% dei crimini denunciati nell’ultimo anno. Come ha sottolineato Toby Young della Free Speech Union, mentre il 93% dei crimini legati ai furti d’auto rimane irrisolto, gli agenti dedicherebbero più tempo ed energie al controllo dei tweet dei giornalisti. “Dovremmo essere nel 2024 e non nel 1984”, ha commentato la giornalista, riferendosi al celebre romanzo di Orwell sulla sorveglianza di stato. L’ex ministro Braverman ha commentato l’accaduto ribadendo che la polizia dovrebbe concentrarsi su reati concreti come i furti nei negozi e i comportamenti antisociali, invece di controllare le opinioni espresse sui social media.
Reino Unido, "la policía allana los domicilios de cientos de ciudadanos británicos por sus mensajes sobre X", denuncia el post con 70 millones de visitas “Deberíamos estar en 2024 y no en 1984”, comentó un periodista al que la policía acudió por un post de hace un año, en referencia a la famosa novela de Orwell sobre la vigilancia estatal por el personal editorial 15 de noviembre de 2024 Reino Unido, "la policía allana los domicilios de cientos de ciudadanos británicos por sus mensajes sobre X", denuncia el post con 70 millones de visitas Policía (Pixabay) "Cientos de ciudadanos británicos, incluidos periodistas, informan haber sido visitados por la policía este fin de semana en relación con publicaciones con clasificación X". Así, un usuario en El post obtuvo más de 70 millones de visitas en pocas horas y se suma a las historias realizadas por diversos ciudadanos. Hace apenas unas horas, la periodista del Telegraph, Allison Pearson, desveló que el domingo a las seis de la mañana encontró a dos agentes de policía en la puerta de su casa, cuando todavía estaba en bata y zapatillas. Habían acudido a ella por supuesta incitación al odio racial vinculada a una publicación publicada en X un año antes.La mujer dijo que los agentes, cuando se les preguntó sobre el contenido específico de la publicación ofensiva, declararon que no estaban autorizados a revelarlo. También informaron que había una “víctima”, pero nuevamente se negaron a dar detalles sobre la identidad del acusador. El caso Pearson encaja en un contexto más amplio de creciente escrutinio de la libertad de expresión en el Reino Unido. La ex ministra del Interior, Suella Braverman, había intentado frenar este fenómeno elevando el umbral para que la policía registrara "incidentes de odio no delictivos", precisamente para proteger la libertad de expresión. Sin embargo, la actual ministra Yvette Cooper está considerando revertir estos cambios, restableciendo un sistema más restrictivo. Los efectos de este cambio de dirección ya se están produciendo: la policía realizaría registros continuos y confiscaría teléfonos móviles a personas normales. Muchos ciudadanos critican no sólo esta injerencia hablando de "redadas", sino también el hecho de que la policía se ocuparía más de estas cosas que de los delitos violentos. Algunos dicen que la policía de Essex, responsable de la investigación de Pearson, resolvió sólo el 14,3% de los delitos denunciados en el último año.Como señaló Toby Young de Free Speech Union, si bien el 93% de los delitos de robo de automóviles siguen sin resolverse, los agentes dedicarían más tiempo y energía a monitorear los tuits de los periodistas. “Deberíamos estar en 2024 y no en 1984”, comentó el periodista, refiriéndose a la famosa novela de Orwell sobre la vigilancia estatal. El ex ministro Braverman comentó el incidente reiterando que la policía debería centrarse en delitos concretos como el hurto en tiendas y el comportamiento antisocial, en lugar de controlar las opiniones expresadas en las redes sociales.
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