Bare di Bergamo, i media, il 18 marzo 2020, parlavano di "70 camion e 65 casse", il Segratorio OSA polizia Anotnio Porto nell'audizione in Commissione Covid: "Meno di una a mezzo, i conti sono questi", ma i fact-checker: "Informazione non verificata". "Bergamo, 70 camion e 65 bare" ciò che scrivevano i media nel marzo 2020 Il 18 marzo 2020, Repubblica intitolava "Bergamo, non c'è più posto: 70 mezzi militari portano le salme fuori dalla regione". L'articolo riguardava ciò che accadde nel mese di marzo di 4 anni fa, quando furono impiegati le camionette Iveco dell'esercito militare per trasportare le bare dei morti di covid. Ne derivò una sfilata dei mezzi. Questo era ciò che scriveva la Repubblica nel suo articolo: "Un’immagine da teatro di guerra: nel centro di Bergamo. Una lunga colonna di mezzi militari ferma in via Borgo Palazzo – a poche centinaia di metri dal cimitero. Sono i furgoni dell’esercito impiegati per trasportare le bare dal camposanto bergamasco verso i forni crematori di altre Regioni. Il motivo, come è ormai noto, è che la camera mortuaria a Bergamo non è più in grado, da giorni, di accogliere i feretri delle vittime del coronavirus. E lo stesso discorso vale per il forno crematorio (ce n’è uno solo in città, è attivo 24 ore su 24)". Anche l'Avvenire aveva riportato la notizia, l'articolo del 19 marzo 2020 titolava "Coronavirus. Le bare sui camion militari, Bergamo sotto choc". L'Avvenire riportava però la quantità di casse: "Trasportano 65 bare che Bergamo non può più seppellire, che non riesce più nemmeno a cremare. I militari le scorteranno a Modena e Bologna, poi le ceneri torneranno dai loro cari. E' l'unica processione funebre che la città può permettersi. Dalla finestra la gente guarda, piange. Le lacrime scendono silenziose, i padri nascondo il volto tra le mani per non farsi vedere dai figli". Dai conti risulta dunque che vi fosse un numero maggiore di camion (70 secondo Repubblica) rispetto alle bare (65 secondo quanto riportato dall'Avvenire) che dovevano essere trasportate al di fuori del capoluogo di provincia lombardo.

Ataúdes de Bérgamo, los medios de comunicación, el 18 de marzo de 2020, hablaron de "70 camiones y 65 cajas", según el secretario de policía de la OSA, Anotnio Porto, en la audiencia ante la Comisión Covid: "Menos de uno y medio, estas son las cuentas", sino el fact-checker: "Información no verificada". "Bérgamo, 70 camiones y 65 ataúdes", lo que escribieron los medios en marzo de 2020 El 18 de marzo de 2020, Repubblica tituló "Bérgamo, ya no hay lugar: 70 vehículos militares sacan los cadáveres de la región". El artículo trataba sobre lo ocurrido en marzo de hace 4 años, cuando los camiones Iveco del ejército militar fueron utilizados para transportar los ataúdes de los fallecidos por Covid. Siguió un desfile de vehículos. Así escribe La Repubblica en su artículo: "Una imagen del teatro de la guerra: en el centro de Bérgamo. Una larga columna de vehículos militares se detuvo en via Borgo Palazzo, a unos cientos de metros del cementerio. Son las furgonetas de El ejército empleó el transporte de los ataúdes desde el cementerio de Bérgamo a los crematorios de otras regiones. La razón, como ahora se sabe, es que el tanatorio de Bérgamo ya no puede albergar los ataúdes de las víctimas del coronavirus. lo mismo ocurre con el crematorio (solo hay uno en la ciudad, está activo las 24 horas del día)".Avvenire también había informado de la noticia, el artículo del 19 de marzo de 2020 se titulaba "Coronavirus. Los ataúdes en los camiones militares, Bérgamo en shock". Sin embargo, L'Avvenire informa sobre la cantidad de cajas: "Llevan 65 ataúdes que Bérgamo ya no puede enterrar, ni siquiera incinerar. Los militares los escoltarán a Módena y Bolonia, luego las cenizas regresarán a sus seres queridos. Es el único cortejo fúnebre que la ciudad puede permitirse. Desde la ventana la gente mira, las lágrimas caen en silencio, los padres esconden el rostro entre las manos para no ser vistos por sus hijos". Por tanto, las cuentas muestran que hubo más camiones (70 según Repubblica) que ataúdes (65 según Avvenire) que tuvieron que ser transportados fuera de la capital provincial lombarda.