Sei ridicola truccata così. Come la caricatura di una puttana. Vedo il tocco della “mammina”. Una falsa Ofelia annegata nel bagno. Vorrei che ti vedessi, come rideresti! Sei il capolavoro di tua madre. Tutti questi cazzo di fiori non mi fanno respirare. Sai ho trovato una scatola di cartone piena di cose tue: penne, portachiavi, valuta straniera, preservativi francesi…un po’ di tutto. Anche un colletto da prete. Non so perché raccoglievi le cose lasciate dai clienti, anche il rasoio. Anche se un marito vivesse duecento fottuti anni non riuscirebbe a comprendere la vera natura della moglie. Penso che potrei arrivare a comprendere l’universo ma non a scoprire la verità su di te mai! Chi diavolo eri? Ricordi il primo giorno che venni qui? Sapevo che non potevo venire a letto con te se non dicevo…uh cosa avevo detto? Oh si Posso avere il conto?… devo andare via. Ricordi? La scorsa notte ho spento le luci a tua madre e tutto l’albergo si è svegliato. C’erano i tuoi “ospiti” come tu li chiamavi. Forse c’ero compreso anche io, vero? Per cinque anni sono stato più un ospite che un marito. Privilegiato s’intende. Ora per aiutarmi a capirti mi lasci Marcell in eredità. Un doppione di marito in un doppione di camera. Sai non ho avuto il coraggio di chiedergli, se anche i nostri vizi erano un doppione dei vostri. Per te il nostro matrimonio è stato una tana. Per uscirne ti è bastato un rasoio e una vasca piena d’acqua. Maledetta puttana da quattro soldi: Spero tu marcisca all’inferno. Sei peggio della peggior scrofa che si possa incontrare e sai perché? Perché mi hai mentito! Io che mi fidavo di te…hai mentito sapendo di mentire.. su dimmi che non menti? Hai qualcosa da dire? Non sei capace di dire niente eh? Dimmi qualcosa, sorridi troia! Avanti, dì qualcosa di carino.. sorridi e dimmi che mi sono sbagliato fottuta troia, fottuta scopatrice di porci…Scusami io non posso vedere questa maledetta roba sul tuo viso…Tu non ti truccavi mai…ti levo tutta questa porcheria. Tu odiavi il rossetto…Io non so perché l’hai fatto.. oh dio mi spiace lo farei anche io se sapessi come… Io non lo so ma devo trovare il modo… L’altra scena in cui Marlon Brando riesce a tirar fuori una prestazione sorprendente è quella dell’incontro con Marcell (Massimo Girotti), l’amante di Rosa. Sono presenti le tematiche del sosia e del doppelgänger già mostrate in Partner.. I due uomini si trovano seduti uno accanto all’altro nel letto, con la stessa vestaglia, la stessa rassegnata malinconia. Sono tristissimi nel registrare i danni del tempo sul proprio corpo: i capelli che cadono o che si ingrigiscono, la comparsa della pancia, la prostata grossa come una patata, i patetici rituali per mantenersi in forma. In questa duplicazione dostoevskjiana, i due uomini sembrano riprodurre una ideale figura maschile impossibile da realizzare in concreto: il suicidio di Rosa regala alla donna l’eterna giovinezza e ai due uomini un destino di decadenza e di decomposizione. Il topo che Paul troverà stecchito nella sua alcova è il simbolo di questo destino di morte e di putrefazione.
Te ves ridícula con maquillaje así. Como una caricatura de una puta. Veo el toque de “mami”. Una falsa Ofelia se ahogó en el baño. ¡Ojalá pudieras verte, cómo te reirías! Eres la obra maestra de tu madre. Todas estas malditas flores no pueden hacerme respirar. Sabes, encontré una caja de cartón llena de cosas tuyas: bolígrafos, llaveros, moneda extranjera, condones franceses... un poco de todo. Incluso el alzacuello de un sacerdote. No sé por qué recogías las cosas que dejaban los clientes, incluso la navaja. Incluso si un marido viviera doscientos malditos años, no sería capaz de comprender la verdadera naturaleza de su esposa. ¡Creo que podría llegar a comprender el universo pero nunca descubrir la verdad sobre ti! ¿Quién diablos eras? ¿Recuerdas el primer día que vine aquí? Sabía que no podría acostarme contigo si no decía... ¿eh, qué dije? Ah si ¿Me puedo dar la cuenta?… Me tengo que ir. ¿Recuerdos? Anoche le apagué las luces a tu madre y todo el hotel se despertó. Estaban tus "invitados", como los llamabas. Quizás yo también lo entendí, ¿verdad? Durante cinco años fui más un invitado que un marido. Privilegiado, por supuesto. Ahora para ayudarme a entenderte me dejas a Marcell como legado. Un marido doble en una habitación doble. Sabes, no tuve el valor de preguntarle si nuestros vicios también eran una copia de los tuyos.Para ti nuestro matrimonio fue una guarida. Para salir de allí sólo hacía falta una navaja de afeitar y una tina llena de agua. Maldita puta barata: Ojalá te pudras en el infierno. Eres peor que la peor cerda que cualquiera pueda conocer y ¿sabes por qué? ¡Porque me mentiste! Yo que confié en ti... mentiste sabiendo que mentías... vamos, dime ¿no estás mintiendo? ¿Tienes algo que decir? No puedes decir nada ¿eh? ¡Dime algo, sonríe perra! Vamos, di algo agradable... sonríe y dime que me equivoqué, maldita zorra, maldito cabrón de cerdos... Lo siento, no puedo ver esta maldita cosa en tu cara... Nunca usaste maquillaje... Me quedo con todo esto. suciedad de tu cara. Odiabas el lápiz labial... No sé por qué lo hiciste... oh Dios, lo siento, yo también lo haría si supiera cómo... No lo sé, pero tengo que encontrar una manera... La otra escena en la que Marlon Brando consigue realizar una actuación sorprendente es la del encuentro con Marcell (Massimo Girotti), el amante de Rosa. Los temas del doble y del doppelgänger ya mostrados en Partner están presentes. Los dos hombres se encuentran sentados uno al lado del otro en la cama, con la misma bata y la misma melancolía resignada.Les entristece mucho constatar los daños del tiempo en sus cuerpos: el pelo que se cae o se vuelve gris, la aparición de una barriga, la próstata del tamaño de una patata, los patéticos rituales para mantenerse en forma. En esta duplicación dostoievskjiana, los dos hombres parecen reproducir una figura masculina ideal imposible de realizar en la práctica: el suicidio de Rosa da a la mujer la eterna juventud y a los dos hombres un destino de decadencia y descomposición. El ratón que Paul encontrará muerto en su alcoba es el símbolo de este destino de muerte y putrefacción.
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